Motore di ricerca sulla musica popolare

martedì, maggio 08, 2007

Musica popolare: moda, arte o cultura?

Secondo la libera enciclopedia Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Musica_popolare, con il temine musica popolare si indica:

Un particolare genere musicale che affonda le proprie radici nelle tradizioni di una determinata etnia, popolazione o ambito geografico".

Io aggiungerei che la musica popolare è la "trasposizione musicale della storia, della culturale e del carattere di un’etnia o di un popolo".

E' la colonna sonora dei riti della tradizione popolare, dai riti di passaggio (nascita, matrimonio, morte, ecc...) al lavoro, al gioco, alla devozione religiosa, al corteggiamento, allo svago, alla sfida, alla medicina popolare,....

Ha alcune caratteristiche peculiari:

- si basa spesso sull'improvvisazione e sull'interazione tra gli attori presenti sulla "scena" (cantatori, ballerini e spettatori);
- spesso non segue le regole della musica "colta", in termini di scale musicali, ritmi, ecc..
- è enormemente diversificata, perchè ancorata ai dialetti o a strumenti musicali presenti solo in certe aree;
- è il risultato della sintesi di sonorità provenienti da culture ed ere diverse (es. berberi, spagnoli, francesi, greci, musiche medievali, ecc...) ed è in continua evoluzione

Pertanto, la musica popolare non può essere assimilata ad una manifestazione artistica. Essa è una manifestazione culturale, come il dialetto, la filosofia di vita, i proverbi, le credenze, ...

E' la colonna sonora dell'identità di un popolo.

Insomma, una roba enormemente diversa da quella che si esegue sui palchi, dalla riproposta, ecc.... che altro non sono che manifestazioni artistiche di una sola delle componenti della musica popolare: il suono.

Ma le manifestazioni artistiche si esauriscono, le mode si estinguono, la cultura e l'identità di un popolo no.

In quanto tale, essa consente di viaggiare nel tempo, perchè nella maggior parte dei brani giunti fino a noi confluiscono secoli di storia e di storie che si sono stratificati, mutando nei secoli, fino a sintetizzarsi in quello che è oggi, che è diverso da quello che sarà domani.

Pertanto, chi fa musica popolare non solo dovrebbe cogliere netto e distinto l'eco di queste storie lontane, ma – soprattutto - dovrebbe essere in grado (o mettersi in condizione) di trasmetterle a tutti, anche a chi ha la mente ottenebrata dal Festival di San Remo.

La Musica Popolare consente di viaggiare nello spazio. In essa, infatti, riecheggiano strumenti, voci e sonorità provenienti da tutto il mondo.

Sopra o sotto un palco, alla Notte della Taranta o in una cantina di quart'ordine, la MP deve essere SEMPRE declinata sul versante culturale, oltre che su quello strettamente musicale.

Non dico che i concerti debbano essere preceduti da lezioni di storia o etnomusicologia, dico semplicemente che nell’eseguire un brano occorre enfatizzare al massimo la sua dimensione intrinseca.

Ed ecco perchè invito, soprattutto i più giovani, a scendere dal palco (e non solo in senso metaforico). Perché solo tra la gente, solo a contatto con i loro volti si riesce a cogliere l'effetto prodotto da quelle note: l'ingresso in una dimensione diversa, quello culturale, dell'Io più profondo, quello della storia che è dentro di noi, quello dei geni provenienti da genti diverse (a cui oggi sbarriamo il passo, a cui oggi riserviamo veri e propri lager)

Ho visto "complessi" esibirsi in meravigliose pizzicapizzica-tarantata-scherma-tammurriata, far sfoggio di ballerine in stato di trance. Non uno straccio di commento, di spiegazione, di contestualizzazione.

Solo folklorismo, chiacchiere e tamburello.

Ascoltate e osservate questo musicista

http://www.alfonsotoscano.it/valentino%20santagati%20al%20bosio.wmv

ascoltare l'ultimo lavoro di Milagro Acustico, leggete “Ritmo Meridiano” di Roberto Raheli, ascoltate i tamburi di Andrea Piccioni o "Voc' e mare" di Nando Citarella.

Che cosa fanno questi signori? Non fanno musica, non scrivono parole. Fanno Cultura.

Esempi:

Questo brano degli Auriko è scaturito dai moti di Scanzano Jonico per scongiurare la costruzione del deposito nazionale di scorie nucleari ed è stato eseguito a Scanzano in un preciso contesto popolare di protesta.

http://www.auriko.it/mp3/Auriko%20-%2001%20Sciscena%20mbriscena%20-%2002%20Radioactivity.mp3

Può piacere, può non piacere (dal punto di vista meramente estetico musicale), ma è stato, a mio avviso, musica popolare (non tradizionale) nel momento in cui è stato funzionale ad un rito collettivo: quello della protesta.

Anche se cantato in tedesco (?) e su una base di tammurriata/pizzica/tarantella.

Quando quello stesso brano si riversa sul pubblico da un palco, cessa di essere "popolare".

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